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venerdì 11 maggio 2012

l'aggettivo in rima



L’AGGETTIVO è un arlecchino rosso, verde, blu, turchino,
esso al nome sempre dà una spiccata qualità;
certo il nome non modifica, sol gli dona una qualifica:
se ti dicono educato, sei così qualificato!
Babbo è serio ed operoso, bello è il giglio ed odoroso
quei monelli son cattivi, guarda un po’ quanti aggettivi!!
Se per poco tu ci provi, scolarello quanti ne trovi?
Del maestro quali sono gli aggettivi? Bravo, buono!
Della scuola di’ qualcosa, ora allegra ora noiosa.
L’aggettivo che qualifica, può subir qualche modifica
che di GRADO può passare, come fosse un militare!
Primo grado è il positivo: buono, bello, aspro, cattivo;
ecco esprime questo qua  solamente qualità,
senza forme accrescitive e neppur diminutive.
Altro grado d’aggettivo detto è poi COMPARATIVO
perché fa comparazione sia tra cose che persone
primo è quel di MAGGIORANZA: sei più brava di Costanza,
poi c’è quel di MINORANZA: sei meno alta di Speranza,
d’UGUAGLIANZA infin ti dico: sei alto tanto quanto Enrico,
così buona come Gemma, tanto vispa quanto Emma!
Se hai capito ora mi scrivi questi tre comparativi?
Ed io scrivo: “Di Peppo son più alto, son più secco
ma in compenso son di Rocco meno grullo e meno sciocco,
poi son tanto birichino, quanto Mario e quanto Gino,
così ho fatto maggioranza, minoranza ed uguaglianza”.
Or passiamo al grado altissimo, come dir generalissimo
ecco qui il SUPERLATIVO, che è assoluto e relativo
l’ASSOLUTO è facilissimo, basta aggiunger solo un –issimo,
da cara vien carissima, da bella divien bellissima.
L’altro poi superlativo, quello detto RELATIVO
io lo formo in un baleno, premettendo il più o il meno;
così dico il più curioso, il meno alto, il più noioso
dice Mimmo, un frugolino, della classe il più piccino:
“Sulla sedia faccio un salto, e di tutti son più alto
ora tutti vi sorpasso e vi guardo d’alto in basso!”
Quanti grandi che tu vedi, han la sedia sotto i piedi!!
Gli aggettivi POSSESSIVI, in nessun modo tu li schivi!
Stai attento, io te li mostro: mio tuo suo e nostro e vostro
poi c’è loro e niente più, su ripetili ora tu!
Tutti questi son maschili, ci son poi i femminili
e ciascuno, è naturale, è fornito di plurale,
nello scritto che farai,  tutti tu li segnerai!
Ma un esempio è ben ch’io dica, per ridurti la fatica:
il mio libro, i miei strumenti, la mia zia, le mie parenti,
la nostra arte, i nostri cuori, le nostre ansie, i vostri errori
poi c’è loro, ch’è invariabile, così dico il loro stabile,
come dico i loro figli, le loro armi, i loro artigli.
Salutiamo i nuovi arrivi, gli aggettivi DIMOSTRATIVI
Ora di essi io fo appello: questo c’è, codesto e quello,
ci son pure stesso, tale, medesimo, altro, quale.
Questa è cosa accanto a me e codesta accanto a te
quella cosa in verità, da noi due lontana sta.
Ora giungono graditi gli aggettivi INDEFINITI
essi esprimono si sa, una incerta qualità
e per questo son chiamati altresì indeterminati
poco, tanto, altro, ciascuno, molto, troppo, ogni, nessuno,
qualche, alcuno, tutto, alquanto, parecchio
ed altrettanto
ce ne son degli altri ancora, ma fermiamoci per ora.
Nella scuola quanti siamo? Per saperlo ci contiamo
un due tre… sei sette otto…, diciassette poi diciotto
due alunni sono assenti, in totale siamo venti
ecco i numeri segnati, aggettivi son chiamati
AGGETTIVI NUMERALI ed aggiungi CARDINALI.
Ordinato è il buon Teodoro, nelle cose e nel lavoro
un alunno sì ordinato, studia meglio ed è lodato.
La sorella sua Simona, è il disordine in persona
e il disordine bel bello, passa pure al suo cervello.
Le famiglie, le scuole e gli stati, voglion essere ordinati
e c’è un modo non banale, usa l’AGGETTIVO ORDINALE.
Claudio è il primo della fila, tiene in mano lui la pila,
il secondo è poi Pierino, Carlo il terzo, quarto Gino,
Leo il quinto e poi Ernesto, se non sbaglio, è proprio sesto,
ma chi è l’ultimo lo so, quel simpatico Totò.

 

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