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sabato 16 giugno 2012

Son Tornata ad esser Barda: Barda Viola !!


La maschera copre l’esterno: il volto.
Ma rivela cosa c’è dentro: il cuore.
Palpita nascosto, attendendo l’ora
che giunga ‘l momento d’uscir fora.

Dietro il purpureo della mascherina,
or si cela anche la piccola Ntina.
La rotta cielo e panna ho lasciato,
ma l’amor per l’arte non è cambiato.

Più alta è cosi la  responsabilità,
ma per questo, giammai si  fermerà!
Sorriso e biscotti son presentazione,
ma ciò che ci vuole è pura dedizione.

Con felicità ed immenso orgoglio
io vi lascio, qui, questo piccolo foglio;
con il quale annuncio ufficialmente
Che sono di Nuovo Barda, Finalmente!

ARTE e CUORE,
BELLEZZA e AMORE

Un tizio in giro se ne andava
narrando una storia che amava;
incantava tutti con le sue parole
che iniziavano:”In un dì di sole…

… un tale “Cuore”, di giovine età
Ricercava la sua dolce metà.
Frettolosa era la comminata
certo  che l’avrebbe incontrata.

Visitò regge e bei castelli
ma chi cercava non era tra quelli,
prese parte a sontuose feste
dalle quali scappò a gambe leste!

Sfinito da tutto questo girare
Andò in un prato a riposare;
chiuse i suoi occhi tranquillamente
e udì cantare sì dolcemente.

Una dama semplicemente vestita
Intrecciava fiori con le dita,
era bella, allegra e solare
e “Arte” si faceva chiamare.

Dall’incontro tra l’Arte e il Cuore
nacquero la bellezza e l’amore
e grazie a questa bella famiglia
il Bardo si esprime a meraviglia!

lunedì 11 giugno 2012

Dalla pelle al cuore




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- Dalla Pelle al Cuore -

Niente di temporaneo, non voglio vada via:
quel che scelgo sarà compagno dalla vita mia.
Non cerco niente che sia passeggero,
io voglio il “per sempre”, sol quello vero.
Sogno ciò che entra deciso in profondità
e lentamente si impone in tutta onestà.
Niente di sfumato, bensì un gesto netto
che sia di me riflesso e disegno perfetto …
che prenda possesso della mia pelle nuda
e  avido si sazi fin che l’animo non si schiuda.
Desio mi prende che la purezza sia sporcata
da assai abili mani, sapientemente esaltata;
Che sia invaso quel luogo pressoché inesplorato
da tanti bramato,
da pochi sfiorato,
mai conquistato …
Dal dolore all’amore: codesto è il passaggio,
anche l’attesa è dolce se questo è il miraggio.
Unendo piccoli passi si completa il disegno
per scoprir infine se d’amore ne è degno!
La scelta fatta! Si spera sia quella definitiva
per la quale la passione rimanga sempre attiva,
perché rimuovere il ricordo di un amore
crea lacerazioni, lacrime e molto dolore
e non lascia più il segno di cose felici
ma soltanto grandi e profonde cicatrici…

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venerdì 8 giugno 2012

Torta alle ciliegie ... in rima






Da un cestino si inizian a tirar fuori
farina, latte, zucchero e altri colori:
il rosso delle ciliegie, il giallo del burro,
il chiaro dell’albume e il deciso del tuorlo.

Si abbracciano tra loro zucchero e burro
e nel morbido gesto, un dolce sussurro…
“Come sei morbido” dice il primo smielato,
“E tu sei cosi dolce che m’hai conquistato!!”

Or l’uovo si rompe, per tali sdolcinatezze
e si getta su loro con le sue doppie fattezze;
Mescola così il suo duplice essere interiore
lasciandosi travolgere e coinvolgere d’amore.

Dietro a lui altre sfere si gettano a capofitto:
ognun vuole esser  amalgamato, non fritto!
La farina, detta la Signora Palpabile Bianca,
di esser massaggiata è avida e mai si stanca!

Ovviamente all’impasto vuol partecipare,
si mescola, si unisce e si lascia amalgamare.
Il burro or si stende sulla teglia accogliente
per rendere il giaciglio  meno aderente!

Infatti li dentro l’impasto dovrà riposare
e dentro al forno al caldo lo potrà fare!
Ma prima il coltello compie un delitto
combatte fieramente e colpisce nel petto.

Taglia in due rosse dame e cavalieri
che  son sempre a coppie, molto fieri,
Vermiglia  è la loro testa, non insanguinata,
or non han più la spada impugnata…


Le ciliegie or cosi divise si sono arrese
e nella teglia, sull’impasto vengon stese,
Amore e battaglia  si trasforman in torta
con questa ricetta buona ma corta.


lunedì 4 giugno 2012

La continuità ... attuarla non dovrebbe essere una novità!



"le attività integrative di valenza socio educativa
(e tra queste il supporto individualizzato a favore del soggetto assistito prestato dall'educatore) devono essere prestate con modalità idonee a realizzare
 lo sviluppo della personalità dell'alunno e a garantire la presenza stabile
di un educatore che segua costantemente l'alunno disabile nel
processo di integrazione."
- Sentenza n° 4074/2008-

La continuità educativa è un aspetto importante della qualità dell'integrazione scolastica, anche se non è ancora riferita al diritto dell'allievo ma a quello del lavoratore!!
Ma vi sembra logico?? Dovrebbe essere prima di tutto il bambino ad avere diritto alla continuità educativa, per avere una figura di riferimento, che impari a conoscerlo e riesca a impostare un piano educativo adatto ai suoi bisogni educativi speciali!!!

Sul piano del diritto, i principali riferimenti li troviamo nel collegato alla legge finanziaria n. 662 del 23 dicembre 1996, art.1, comma 72, che sancisce: "È garantita la continuità del sostegno per gli alunni portatori di handicap". Tale norma viene ribadita dalla legge n. 449 del 27 dicembre 1997, art. 40: "I criteri di ripartizione degli insegnanti di sostegno tra i diversi gradi di scuola e, eventualmente, tra le aree disciplinari dell'istruzione secondaria, nonché di assegnazione ai singoli istituti scolastici, sono stabiliti con i decreti di cui al comma 1, assicurando la continuità educativa degli insegnanti di sostegno in ciascun grado di scuola". E ancora, il DM n. 331 24 luglio 1998, art. 40, afferma che "al fine di assicurare la continuità educativa degli insegnanti di sostegno, il Provveditore agli studi assegna i posti di cui agli articoli 38 e 39 del presente decreto, alle singole istituzioni scolastiche tenendo conto: della tendenza delle presenze di alunni in situazioni di handicap nell'ultimo triennio; delle necessità di dotare ogni circolo didattico e istituto di un gruppo stabile di insegnanti, allo scopo di garantire l'efficace utilizzazione delle risorse professionali; dell'esistenza di progetti educativi individualizzati a lungo termine".
Sotto il profilo metodologico e didattico, infine, resta in vigore la CM n. 1/1988, che richiama l'attenzione sulla continuità didattica e sulla necessità di garantire che, nei passaggi dell'alunno in situazione di handicap da un ordine di scuola all'altro, non si creino difficoltà. Inoltre, vengono indicate anche alcune interessanti modalità operative di raccordo tra le diverse istituzioni scolastiche, che tuttavia troppo frequentemente non sono utilizzate. Di continuità educativa in senso lato e per tutti gli alunni (ivi compresi gli alunni in situazione di handicap) si parla, infine, nel DM 16 novembre 1990 e nella CM 339/1992.
La continuità educativa quindi nel processo di integrazione degli alunni portatori di handicap è uno di quei diritti garantiti, ma che purtroppo non viene rispettato quasi mai.
Nella scienza educativa il concetto di continuità educativo/didattica fa riferimento ad uno sviluppo e ad una crescita dell’individuo da realizzarsi ‘senza macroscopici salti o incidenti’: ogni momento formativo deve essere legittimato dal precedente per ricercare successive ipotesi educative ricche di senso e di significato per l’autentica, armonica integrazione funzionale delle esperienze e degli apprendimenti compiuti dall’alunno/a.
La continuità nasce dall’esigenza primaria di garantire il diritto dell’alunno a un percorso formativo organico e completo, che  mira a promuovere uno sviluppo articolato e multidimensionale del  soggetto il quale, pur nei cambiamenti dell’età evolutiva e nelle diverse istituzioni scolastiche, costruisce così la sua particolare  identità.
La circolare 1/88, parla di continuità del processo educativo, come fattore rilevante per la positività dell'esperienza scolastica di ogni alunno, per il bambino portatore di handicap.
La mancanza di continuità didattica dello stesso insegnante negli anni è un disservizio gravissimo, che  danneggia in modo particolare le figure più deboli, quelle che maggiormente avrebbero bisogno di relazioni stabili e sicure.
Chissà se forse, è giunto il momento di rivedere alla radice il modello contrattuale che regola le prestazioni dei docenti, superando una logica troppo impiegatizia che non tutela a sufficienza i diritti di apprendimento degli alunni??? Io credo di si.