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lunedì 26 marzo 2012

GML ovvero la Giornata Mondiale della Lentezza e i 14 ComandaLenti ...

 

Alcuni di Voi storceranno il naso, domandandosi probabilmente da dove salta fuori un’iniziativa del genere. Altri, invece, sorrideranno all’idea di trascorrere una giornata all’insegna dell’ozio. Altri ancora, infine, magari coglieranno l’occasione per riposarsi e godersi un inizio settimana un po’… insolito.
Sapevate che la manifestazione è giunta alla sua sesta edizione? Ma cos’è di preciso? Beh, più che altro è un invito a rivedere per un sol giorno i ritmi forsennati che spesso ci costringono a sfuggire anche ai più piccoli piaceri della vita.
Vi siete mai chiesti quanto incidono le più banali attività giornaliere sull’ambiente circostante, sull’economia o sulla società? Probabilmente no. Eppure vi sono autorevoli studi in materia che sostengono l’esatto opposto. Ed è per questo che nasce un’iniziativa come quella odierna.
Pensate, anche una metropoli come Londra aderirà al progetto con tutta una serie di interessanti iniziative. Tant’è che verrà premiata per il tentativo di migliorare la qualità di vita dei propri cittadini.
In Italia, invece, le più importanti manifestazioni si svolgeranno a Roma e Milano. Su quest’ultima, ad esempio, sono previste iniziative nel corso di tutta la settimana. Il tutto si concluderà domenica 1 Aprile con l’intervento di Andreas Schwalm sul tema “Vivere e lavorare con lentezza: istruzioni per l’uso” in occasione della fiera dedicata al consumo consapevole ed agli stili di vita sostenibili. 

…  per trovare la velocità giusta nella vita 

  1. Lo si ripete spesso quando si parla di una migliore gestione del tempo ed è anche il primo comandalento: svegliarsi un po’ prima per iniziare la giornata senza fretta, con calma.
2.      Non arrabbiarsi per tutte le perdite di tempo che ci capitano ma sfruttarle a nostro vantaggio. La fila alla posta può trasformarsi nell’occasione per mandare un sms ad una persona cara, per chiacchierare con il vicino di coda o per programmare la serata e così via.
3.      Salutare sempre quando si entra e quando si esce da un locale, che si tratti del barista piuttosto che della cassiera o dei colleghi o ancora di persone incontrate in ascensore. Che vita è se non abbiamo nemmeno il tempo di salutare?
4.      Niente abbreviazioni in email ed sms. Magari usando anche qualche piccola carineria o attenzione in più.
5.      Mai fare due cose contemporaneamente: esempio parlare al telefono e scrivere al computer. Per varie ragioni: è scortese ed il nostro interlocutore può accorgersene e non gradire. Il rischio è di essere imprecisi.
6.      Mai iscriversi o iscrivere i propri figli a milioni di corsi o  a palestre dall’altra parte della città.
7.      Imparare a dire di no. L’agenda troppo fitta di impegni, anche se piacevoli, mette ansia. Lasciamo sempre qualche spazio vuoto.
8.      Correre a fare la spesa all’ora di punta: è davvero così urgente? A casa ci sarà sicuramente qualcosa da mangiare.
9.      Sempre a proposito di spesa, il negozio sotto casa, benché più caro, può risparmiarci un bel po’ di stress e frenesia.
10.  Camminiamo verso la pizzeria o il ristorante fuori porta invece che prendere l’auto per fare pochi metri.
11.  Alla sera sì alle letture e allo stare assieme, no allo zapping davanti alla tv.
12.  Se c’è il ponte o un fine settimana libero, non si è costretti ad impegnarlo andando in giro per il mondo. Meglio godersi i dintorni e la città, libera dal traffico.
13.  Se si hanno a disposizione 15 giorni di ferie, meglio prenotarne solo dieci di vacanza ed usare gli altri per organizzarsi, preparare la valigia con calma ed attutire lo stress da rientro.
14.  Mai dire: “Non ho tempo”. Non ci fa certo sembrare più importanti!

 

... e i 7 comandaLenti in cucina

1) “Il cibo è la tua prima medicina” insegna Ippocrate... crediamoci!
2) La poesia del cibo inizia quando facciamo la spesa: scegliamo prodotti di stagione e di qualità. Se vogliamo risparmiare diminuiamo la quantità: che è anche un'ottima scelta per controllare colesterolo e peso.
3) E' scientificamente provato che l'acqua non bolle prima se continuiamo a osservarla: quindi senza fretta appassioniamoci alla preparazione della nostra cenetta e apparecchiamo con cura la tavola, un fiore?
4) Utilizziamo tutti i nostri sensi per godere dei singoli ingredienti: la vista, il tatto, l'olfatto, il gusto ... anche l'udito (i rumori della cucina fanno tanto casa e calore!).
5) Gustiamo ogni forchettata e ogni piccolo sorso di quel vino che, anche se da incompetenti, avremo scelto con amore e cura.
6) Evitiamo il "due in uno"! Se mangiamo non telefoniamo, se telefoniamo non mangiamo.
7)Non precipitiamoci ... il cinema, la lavastoviglie, l'ultimo ritocco al computer, ecc. aspettano


 

giovedì 15 marzo 2012

L’insegnante di sostegno arriverà solo se l’alunno è invalido per l’Inps

 
A scuola viene vista come una «rivoluzione silenziosa con effetti negativi» la nuova modalità introdotta dal Miur per certificare la disabilità di un alunno e ottenere l’insegnante di sostegno. Questa modalità inserirà i bambini e i ragazzi certificati nella categoria «invalidi» e per ora riguarderà nuove richieste e passaggi da un grado di scuola all’altro.
(Che tra l'altro trovo "brutto" che un bambino con qualche piccolo disturbo o difficoltà venga classificato come INVALIDO.... ma invalido a che? Visto che con i giusti sostegni può diventare anche meglio di te???)
«Una conseguenza dei furbetti all’italiana, in provincia di Torino sono 6200 gli alunni disabili, non pochi. In altre province e regioni è molto peggio I docenti di sostegno sono uno ogni due allievi. E costano.» commenta il direttore dell’Ufficio Scolastico Territoriale Alessandro Militerno
«È un risparmio immediato, certo, ma che ben presto si sentirà con conseguenze tristi», dice Lorenza Patriarca, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Tommaseo e coordinatrice dei dirigenti Uil. «Dirigenti e insegnanti hanno accolto le novità con incredulità. La scuola – prosegue Patriarca – ha sempre parlato di diversa abilità, di certificazione come fase di passaggio verso una vita adeguata alle differenti potenzialità in una visione dinamica del percorso del bambino». Il ragionamento è culturale, ma con riflessi pratici sulla vita dei futuri cittadini. «Un bambino aiutato crescerà meglio. Ma con queste norme, molte famiglie di bambini con difficoltà più leggere rinunceranno alla certificazione per non marchiare il figlio come invalido civile. Così i ritardi leggeri, i problemi relazionali, i disturbi specifici dell’apprendimento, che con il sostegno potrebbero più facilmente essere recuperati, avranno un danno. Anche perché nella scuola non c’è più modo di andare incontro a queste difficoltà: le compresenze nella primaria sono rare, alle medie sono scomparse».
Come cambia il sistema lo spiega il provveditore: «In passato bastava la certificazione dell’Asl, ora è necessaria l’integrazione della commissione con il medico Inps». Il sistema è macchinoso. «La legge prevede un primo passaggio dal medico di base che, se riconosce la necessità, invia per via telematica la richiesta di visita. E qui ci è stato segnalato un primo problema, che abbiamo sottoposto alla Regione: ci sono medici di base – e le norme lo consentono – che chiedono 60 euro».
Arrivato a casa, il genitore deve confermare, inviando un’altra richiesta. «Se non è in grado, e molti non lo sono, dovrà farsi assistere da un patronato. Solo quando ricevere anche la seconda richiesta – dice Militerno – l’Inps fissa la visita. Purtroppo, possono passare mesi». I casi «scolastici» non vengono riuniti, i bambini passano mescolati agli anziani.
«Il rischio è che i tempi non coincidano assolutamente con quelli della programmazione della scuola. Per questo dall’Ufficio Scolastico Regionale e dagli Uffici Territoriali c’è massima attenzione. 

 
Fonte: informare per resistere.

venerdì 9 marzo 2012

Il tomo e il saggio




Un giorno un saggio
 uomo per una via passava,
quando scorse un bel tomo
che ridente camminava.




Domandò l'uomo saggio
che volea sempre sapere,
all'altro personaggio
qual'era il suo godere.



Il tomo ridacchiando
al saggio lui rispose,
guardavo la mia mano
ci faccio tante cose.


Mi serve per mangiare
la uso per lavarmi,
tant'altro posso fare
cos'altro può servirmi?


Il saggio riflettendo
alla risposta arguta,
pensò che a questo mondo
questa è cosa saputa!



Lui domandò di nuovo
a te basta questo ?
Risponderti io provo
anche se non son lesto.



Cosa devo cercare
nella vita di bello,
io mi so accontentare
mi sento un menestrello.


Il saggio ripensò
alla sua vita intera,
infine meditò
che era cosa vera.



Tutti in vita cerchiamo
solo cose venali,
però non ci accorgiamo
di quanto son banali!


Cercando la morale
di questa storia corta,
che per non viver male
accontentarsi importa!!


mercoledì 7 marzo 2012

La Mimosa è il POST IT degli innamorati smemorati


Arriva l'8 marzo e tutti a correre per prendere un ramoscello di gialle palline per far sorridere la propria donna,un pensiero dolcissimo regalare un fiore, un semplice singulto di vita colorato a chi tinge la vita di mille colori e umori :) Sono convinta che la propria donna (cosi come il proprio uomo) vada amata e apprezzata ogni giorno della propria vita e non solo l'8 marzo, il giorno del suo compleanno e in occasioni simili... ma c'è da dire che comunque fa piacere che la persona che ami ti dedichi un pensiero speciale! Non è per la festa in sè, è il ricordo, il pensiero, l'impegno, l'amore.. insomma, l'aver dedicato anche solo pochi istanti per cercare di far sorridere chi hai accanto...Non servono feste istituzionali per amare, ma c'è chi ha bisogno di un Post it evidente (non per altro si è scelta la mimosa per il giorno della donna: è giallo come il bigliettino appiccicoso che si usa per i promemoria XD ) per ricordarsi che nulla è scontato nella vita . . . per non dimenticare che ogni giorno è una nuova possibilità per rinnovare il nostro amore  . . . per fare memoria che ogni giorno dobbiamo conquistarci la felicità e non lasciarcela sfuggire dalle mani come sabbia . . .

"Non smettere mai di corteggiare la persona che ami, perchè ci sarà sempre qualcuno pronto a farlo al posto tuo, appena tu te ne dimentichi"

Ma qual è la strada che ha portato a scegliere proprio l'8 marzo come giorno dedicato alle Donne?  Ho leggiucchiato un po' qua e là e tutte le notizie concordavano nel rimarcare il collegamento con l'emancipazione femminile.
È solo dal 1977 che la Festa della Donna è riconosciuta ufficialmente dalle Nazioni Unite. Ma la sua storia risale a molti anni fa, nella metà 800, quando nelle fabbriche lavoravano anche molte donne sottopagate e sfruttate.
Fu l'8 marzo del 1857 che, per la prima volta, alcune operaie di New York protestarono per migliorare le loro condizioni di lavoro. Venne indetto uno sciopero contro le paghe misere e le pessime condizioni in cui erano costrette a lavorare. Il risultato di questa prima manifestazione, fu un attacco da parte della polizia.
Due anni dopo, sempre in marzo, le stesse operaie si riunirono in sindacato per tentare di migliorare le loro condizioni lavorative.
Nel 1911, in Austria, Danimarca, Germania e Svizzera, si pensò di dedicare una giornata alle donne, con l'intento di ottenere il diritto la voto e la fine della discriminazione sessuale sul lavoro.
C'è anche chi dici che nello stesso anno, il 25 marzo, a New York 140 lavoratrici della Triangle Shirtwaist Company - molte di esse italiane ed ebree - morirono in un incendio a causa della mancanza di sicurezza sul lavoro. Una folla di 100.000 persone partecipò ai funerali.
Nel dicembre 1977 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione ( una giornata dedicata è una soluzione????  -.- Mah! ) proclamando l'8 marzo come Festa Internazionale della donna.E in Italia? La festa della donna nasce nel secondo dopoguerra e più precisamente l'8 marzo 1946, quando l'UDI, e cioè l'Unione Donne Italiane, organizzò la prima Giornata internazionale della donna, riprendendo celebrazioni fino a quel momento avvenute in altre nazioni e in genere collocate alla fine di febbraio.
Una piccola curiosità: l'ormai tradizionale mimosa, tradizionale dono, è una scelta esclusivamente italiana. E negli altri paesi? 



Donna, non sei soltanto l'opera di Dio
Rabindranath Tagore
Donna, non sei soltanto l' opera di Dio,
ma anche degli uomini, che sempre
ti fanno bella con i loro cuori.
I poeti ti tessono una rete
con fili di dorate fantasie;
i pittori danno alla tua forma
sempre nuova immoralità.
Il mare dona le sue perle,
le miniere il loro oro,
i giardini d' estate i loro fiori
per adornarti, per coprirti,
per renderti sempre più preziosa.
Il desiderio del cuore degli uomini
ha steso la sua gloria
sulla tua giovinezza.
Per metà sei donna, e per metà sei sogno.




mercoledì 8 febbraio 2012

Vorrei una vita speciale ... è chiedere tanto?

Ma non "speciale" in generale... No, no...
Se una persona dice " Voglio una vita speciale" ... cosi... senza specificare cosa si vuole di così particolare, forse in realtà costui non sa nemmeno che cosa potrebbe rendere tanto bella la sua vita... Invece se si ha la consapevolezza di ciò che  si vuole, di ciò che ci rende felici, allora si può combattere per raggiungere i propri risultati e poi crearsene degli altri!!
Si. Perchè a rendere particolare la nostra esistenza sono i nostri desideri e la loro possibilità di  realizzarsi...

Io so che cosa renderebbe la mia vita speciale davvero ... non dovete immaginare grandi cose... no no...
Ho desideri commisurati al mio essere . . .  vorrei una vita Speciale nelle piccole cose:
... speciale nelle piccole, vere, sincere e durature amicizie, quelle che ci sono sempre e ti sono
     sempre accanto, nonostante tutto e tutti . . . trovarne cosi...
... speciale in un timido sorriso che nasce ogni giorno da me e per me,
... speciale nelle piccole attenzioni quotidiane, sia date che ricevute,
... speciale in una piccola famiglia unita, con tanto amore e voglia di star bene,
... speciale nei piccoli gesti d'affetto che sembrano banali, ma quanto fanno bene al cuore...
... speciale nelle lacrime, che fanno male, ma che sapranno essere raccolte e irrigheranno
     nuova vita
... speciale nella voglia di ridere e di stare bene
... speciale perchè nelle piccole cose sa trovare l'immensità della gioia...

 Speciale... ma in fondo, direi solo serena e piena zeppa di salute e amore . .
sono queste le cose che rendono GRANDE la vita...

Voglio una vita speciale ... é chiedere tanto? 



Io sono sulla buona strada...
Ho già una famiglia meravigliosa, che amo più di ogni altra cosa al mondo e sono amata allo stesso modo, ho un ragazzo di cui vado pazza e con cui vorrei passare tutta la vita, faccio il lavoro che desidero e in cui metto anima e cuore... ma ci sono cose che mi feriscono e che non mi fanno stare bene, tante.. troppe ultimamente ...  assorbono le mia mente e liberano le mie lacrime... e non sempre riesco a guardare la mia vita nell'insieme e a godere di quello che ho... ho una grandissima preoccupazione, un immenso dolore... e anche una piccola mancanza... un vuoto...
.... penso che potrei già considerare la mia vita superstratosfericamente bella e speciale mettendo a posto queste cosucce... ma sono più grandi di me... e io non ci riesco...

martedì 31 gennaio 2012

I giorni della merla


La mia mamma e prima ancora la mia nonna, mi hanno sempre insegnato che il 29, il 30 e il 31 gennaio sono detti "I giorni della merla", i giorni più freddi di tutto l'anno, ma volete sapere da dove nasce questa tradizione?
Vi racconto la sua storia . . .


"Era la fine del mese di gennaio e faceva un gran freddo, freddo come non si era mai sentito prima...
La neve scendeva dal cielo e copriva tutta la città, le strade, i giardini.
Sotto la grondaia di un palazzo c'era il nido di una famigliola di merli, che a quel tempo avevano le piume bianche come la neve. C'era la mamma merla, il papà merlo e tre piccoli uccellini, nati dopo l'estate.
La famigliola soffriva il freddo e stentava a trovare qualche briciola di pane per sfamarsi, perché le poche briciole che cadevano in terra dalle tavole degli uomini venivano subito ricoperte dalla neve che scendeva dal cielo.
Dopo qualche giorno il papà merlo prese una decisione e disse alla moglie: "Qui non si trova nulla da mangiare, se continua così moriremo tutti di fame e di freddo. Ho un'idea, ti aiuterò a spostare il nido sul tetto del palazzo, a fianco a quel camino, così mentre aspettate il mio ritorno non avrete freddo. Io parto e vado a cercare il cibo dove la neve non è ancora arrivata".
E così fu fatto: il nido fu messo vicino al camino e il papà partì. La mamma e i piccoli uccellini stavano tutto il giorno nel nido, scaldandosi tra loro e anche grazie al fumo che usciva tutto il giorno dal camino.
Dopo tre giorni il papà tornò a casa e quasi non riuscì più a riconoscere la sua famiglia! Il fumo nero che usciva dal camino aveva colorato di nero tutte le piume degli uccellini!
Per fortuna da quel giorno l'inverno divenne meno rigido e i merli riuscirono a trovare cibo sufficiente per arrivare alla primavera.
Da quel giorno però tutti i merli nascono con le piume nere e, per ricordare la famigliola di merli bianchi divenuti neri, gli ultimi tre giorni del mese di gennaio sono detti "I tre giorni della merla". 





domenica 29 gennaio 2012

La Quiete della Neve


 


Neve:
scrocchi e canti al calpestìo
lasciando traccia del mio passaggio,
ed io mi riconosco.
Neve,
Scendi silenziosa sulla notte,
avvolgendola in un manto di luce
così delicato che pare un abbraccio
in cui vorrei perdermi un pò.
Neve,
Fascino inconsueto,
quello del giorno che si appresta
a sopraggiungere.
Neve,
Riscopro ogni volta
la mia curiosità bambina
e mi apparto per osservarti,
naso all`insù verso il cielo.
Neve,
Palmi delle mani aperti e rivolti verso l`alto,
per vederti dissolevere
a contatto con il calore del mio corpo,
mentre i fiocchi
si posano lievi sul mio volto
ed io ritrovo senso di quiete...

sabato 7 gennaio 2012

Amico

 
Credo in te: per il sorriso che sempre hai,
                    finestra aperta sul tuo essere,
                    che non si chiude mai.

Credo in te: per la mano sempre tesa
                    che dà sempre aiuto
                    e non commette mai offesa.

Credo in te: per la tua spontaneità
                    fonte di gioia
                    e amante della verità.

Credo in te: per le parole ben pensate
                    a volte belle, altre dure
                    ma sempre commisurate.

Credo in te: per il tuo giusto passo
                    che aspetta tutti, veloci e lenti
                    senza sembrare gradasso.

Credo in te: per la tua dolcezza
                    che fa di mano non disegno
                    ma gesto, come dolce carezza.

Credo in te e apertamente te lo dico
Anche solo perché sei mio amico!

lunedì 26 dicembre 2011

.•**•.¸ Un Amico ”Speciale” ¸.•**•.¸



Può Servire a Tante Cose
anche a conoscere le Morose;
ti Aiuta perfino ad Approcciare:
a tutto si riesce ad Attaccare.

Rinomato come Conquistatore,
affolla e colora un Contenitore.
Con la sua Personalità tutto Riempie
e il Lavoro da Sostenitore compie.

Il Suo è un Compito assai Pesante:
porta le Vesti del Vecchio e dall’Infante;
Evita cedimenti Vari e Inopportuni,
che creerebbero Imbarazzo ai buon Costumi
.

Ad un Filo è Appesa la sua Vita,
l’Avventura è sua Grande Amica!
Sempre a Spasso per il Mondo,
Gira e Rigira su se stesso, in Tondo!

Ha una caratterista Interessate
sa aprire e chiudere ogni Versante.

Tiene unite, in pace, due Metà,
che anche se tiran, certo non le lascerà!

È un Moderatore con i Fiocchi,
Bello sia al Tatto che per gli Occhi.
Se,con un Calzino,un serpente Vuoi fare,
In coppia, Sul naso, lo dovrai Posare.

La Biscia avrà sguardo si penetrante
che il risultato sarà davvero Esaltante!
Insomma è proprio un Conformista:
s’adatta ad ogni forma come un Artista!


Non è solo uno, ma ha tanti fratelli, 

tutti diversi ma sempre più Belli.
Posson esser quadrati o rotondi i Bottoni
Ma son sempre utili a tener su i Pantaloni!


sabato 17 dicembre 2011

Il nodo d'amore



In una scuola, durante una riunione con i genitori degli alunni, la Direttrice metteva in risalto l’appoggio che i genitori devono dare ai loro figli.
Capiva che, la maggior parte dei genitori della comunità erano lavoratori, ma chiedeva loro di passare il maggior tempo possibile con i propri figli, per ascoltarli e capirli.
Tuttavia, la direttrice rimase sorpresa quando un padre si alzò e spiegò, in maniera umile, che lui non aveva il tempo di parlare con suo figlio durante la settimana. Quando rientrava dal lavoro, molto tardi, il figlio era ormai addormentato. Quando usciva per andare al lavoro, era molto presto e suo figlio stava ancora dormendo. Spiegò, inoltre, che doveva lavorare in questo modo per provvedere al sostentamento della famiglia. 
Dichiarò anche che non avere il tempo per suo figlio, l’angosciava molto e cercava di rimediare andando tutte le notti a baciarlo, quando arrivava a casa e, affinché suo figlio sapesse della sua presenza, faceva un nodo alla punta del lenzuolo. Questo succedeva religiosamente ogni notte in cui si recava a baciarlo. Quando il figlio si svegliava e vedeva il nodo, sapeva che suo papà era stato lì e lo aveva baciato. Il nodo era il mezzo di comunicazione fra loro.
La direttrice si emozionò per quella storia singolare e si sorprese ancora di più quando constatò che suo figlio, era uno dei migliori alunni della scuola. 
Il fatto ci fa riflettere sulle molteplici forme in cui le persone possono essere presenti e comunicare con gli altri. Quel padre aveva trovato la sua maniera, che era semplice ma efficacie. E la cosa più importante era che suo figlio percepiva, attraverso il nodo affettivo, quello che suo papà gli stava dicendo. 
Certe volte ci preoccupiamo per il modo in cui diciamo le cose e dimentichiamo che la cosa principale è la comunicazione attraverso il sentimento. Semplici dettagli come un bacio e un nodo alla punta del lenzuolo, significavano, per quel figlio, molto di più che regali e scuse varie. È importante che ci preoccupiamo per le persone ma è più importante che esse lo sappiano, che possano sentirlo. 
Affinché esista la comunicazione, è necessario che le persone “ascoltino” il linguaggio del nostro cuore, poiché, in materia di affetto, i sentimenti parlano sempre più forte delle parole. È per questo motivo che un bacio, rivestito del più puro affetto, cura il mal di testa, l’abrasione al ginocchio, la paura per il buio. 
Le persone qualche volta non capiscono il significato di molte parole, però sanno registrare un gesto d’amore. Anche se il gesto è solamente un nodo. Un nodo pieno d’affetto e amore...