AVERE
UNA CURA EDUCATIVA IMPLICA ANCHE OCCUPARSI DEL BEN-ESSERE
DI CHI ABBIAMO DI FRONTE
DI CHI ABBIAMO DI FRONTE
Scrive Enzo Bianchi
“
Ciascuno di noi ha bisogno di qualcuno che creda in lui: all’inizio i genitori
e quanti ci sono vicini,
poi chi decide di vivere assieme a noi e dopo ancora i nostri figlio . . .
Avere qualcuno che crede in noi è determinante per riuscire a trovare un senso nella vita.
Un uomo, una donna cui nessuno abbia mai dato fiducia finisce per non credere neppure
più in se stesso e la sua umanizzazione resta così precaria e gravemente minacciata”
poi chi decide di vivere assieme a noi e dopo ancora i nostri figlio . . .
Avere qualcuno che crede in noi è determinante per riuscire a trovare un senso nella vita.
Un uomo, una donna cui nessuno abbia mai dato fiducia finisce per non credere neppure
più in se stesso e la sua umanizzazione resta così precaria e gravemente minacciata”
Penso che uno dei luoghi in cui si ha più il diritto di costruire la propria fiducia è la scuola, spazio fisico e temporale in cui si acquistano i primi rudimenti dell’arduo mestiere della vita.
Nella scuola la cura educativa assume una connotazione centrale per crescita della persona: imparare a vivere è come imparare un mestiere . . . si va “ a bottega” da maestri artigiani che sono co- costruttori di senso, sentimento, relazione, affettività, normatività, conoscenza e sapere.
Dare qualità e dignità umana all'esistenza personale, tessere i fili della propria esistenza, avere il senso della propria positività e dei propri limìti, sapersi aprire con fiducia agli altri, impegnarsi per costruire qualcosa che vale, è fondamentale per educarsi ed educare .
la prima via dell'educazione è quella che passa attraverso il "buon clima" familiare e comunitario; attraverso quella che da sempre si dice "testimonianza personale" o tradizionalmente il "buon esempio". Vivendo bene, come individui, come coppia, come comunità, si educa: quasi "respirando" e facendo respirare "vita buona". Si educa con una vita ed un comportamento coraggioso, pur nelle difficoltà e nell'incertezza, giocando sul positivo, sul preventivo, sul preparato: ispirando fiducia, sicurezza, apertura (cose che costituiscono la "piattaforma comunicativa" di ogni intervento educativo).
In quanto comunità educante, la scuola dovrebbe generare una diffusa convivialità relazionale, intessuta di linguaggi affettivi ed emotivi, essendo anche in grado di promuovere la condivisione di quei valori che fanno sentire i membri della società come parte di una comunità vera e viva.
La scuola affianca al compito dell’insegnare ed apprendere quello dell’insegnare a ben- essere.
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