Ieri durante l’interclasse il mio dirigente ha fatto una riflessione che condivido in toto.
E’ emersa la questione “festa di Natale” e dopo varie e controverse affermazioni, dopo aver ascoltato tutti, ha fatto il punto della situazione.
E’ emersa la questione “festa di Natale” e dopo varie e controverse affermazioni, dopo aver ascoltato tutti, ha fatto il punto della situazione.
“La nostra scuola è laica. Bene, ma non stupidamente laica!
Molto spesso si travisa il significato effettivo di questo termine: laico significa semplicemente aperto a tutto. Centra praticamente nulla con l’essere o no credenti.”
Queste sue parole mi hanno fatto riflettere molto e cosi ho deciso di approfondire l’argomento.
Il termine laico nasce nel linguaggio della Chiesa dei primi secoli. Viene dal greco laikós, che significa ‘membro del láos’, cioè del popolo di Dio: indica – tutt’ora - il battezzato che non è stato ordinato e non ha preso i voti. Laici, quindi, distinti da “chierici” e “religiosi” (o “consacrati”). Il laico è colui che è chiamato ad occuparsi delle realtà umane naturali come lavoro, economia, politica, scienze fisiche e naturali, arti, ecc.
Il termine “laico”, riferito alle persone, non è dunque sinonimo di non credente, ateo, agnostico o simili!!
Io per prima non avevo mai pensato a tutto questo, pur conoscendo questa distinzione! Pensate un po’ voi…
E allora qui c’è da chiedersi che cos’è la laicità, riferita al suo significato originale . . . Ho cercato di comprendere anche questo e sono giunta alla conclusione che essa sia lo sforzo della ragione di scoprire le leggi e i valori proprî delle realtà naturali, per garantirne lo sviluppo pieno. . . cose che appunto deve fare un laico e non un uomo di chiesa che invece si occupa principalmente dello spirito!
http://www.europaoggi.it/content/view/1015/45/
Molto spesso si travisa il significato effettivo di questo termine: laico significa semplicemente aperto a tutto. Centra praticamente nulla con l’essere o no credenti.”
Queste sue parole mi hanno fatto riflettere molto e cosi ho deciso di approfondire l’argomento.
Il termine laico nasce nel linguaggio della Chiesa dei primi secoli. Viene dal greco laikós, che significa ‘membro del láos’, cioè del popolo di Dio: indica – tutt’ora - il battezzato che non è stato ordinato e non ha preso i voti. Laici, quindi, distinti da “chierici” e “religiosi” (o “consacrati”). Il laico è colui che è chiamato ad occuparsi delle realtà umane naturali come lavoro, economia, politica, scienze fisiche e naturali, arti, ecc.
Il termine “laico”, riferito alle persone, non è dunque sinonimo di non credente, ateo, agnostico o simili!!
Io per prima non avevo mai pensato a tutto questo, pur conoscendo questa distinzione! Pensate un po’ voi…
E allora qui c’è da chiedersi che cos’è la laicità, riferita al suo significato originale . . . Ho cercato di comprendere anche questo e sono giunta alla conclusione che essa sia lo sforzo della ragione di scoprire le leggi e i valori proprî delle realtà naturali, per garantirne lo sviluppo pieno. . . cose che appunto deve fare un laico e non un uomo di chiesa che invece si occupa principalmente dello spirito!
http://www.europaoggi.it/content/view/1015/45/
Fatta questa interessante riflessione, il dirigente ha anche aggiunto che il Natale è la festa dei bambini e che una festa di Natale nella quale non si parla del Natale, dovrebbe essere chiamata in un altro modo!
- Giusto! -
Ha anche sottolineato però , che proprio perché la scuola è laica e quindi aperta a tutto, deve essere aperta per prima cosa alle tradizioni del nostro paese! Il Natale è una tradizione! E in questo non v’è nulla di religioso! A scuola non si prega, ma si insegnano le culture e le tradizioni, cosi come la matematica, l’italiano, la storia, la geografia, e quant’altro ….
Il Natale è la festa di tutti i bambini e bisogna raccontare la storia di Gesù bambino, bisogna insegnare i canti di Natale, bisogna spiegare le origini dell’abete (e del valore della vita) , etc . . . bisogna rispettare le tradizioni proprio in nome della laicità tanto declamata, tanto moderna e aperta a tutto!
Se la scuola è laica, accetta e valorizza ogni cultura, allora anche la nostra deve essere rispettata, valorizzata e vissuta! :) ( e quando si dice “anche” significa che le altre culture sono ben accette e da conoscere!!)
Il rispetto più vero di offre agli altri quando per primi si porta rispetto a se stessi . . . Impariamo a rispettare le nostre tradizioni e la nostra storia e sarà molto più facile essere aperti, accoglienti e interessati verso gli altri! :)
Quindi, vi lascio con le sue parole, che proprio mi sono piaciute:
“La scuola è laica, ma non stupidamente laica, ma intelligentemente laica!”
- Giusto! -
Ha anche sottolineato però , che proprio perché la scuola è laica e quindi aperta a tutto, deve essere aperta per prima cosa alle tradizioni del nostro paese! Il Natale è una tradizione! E in questo non v’è nulla di religioso! A scuola non si prega, ma si insegnano le culture e le tradizioni, cosi come la matematica, l’italiano, la storia, la geografia, e quant’altro ….
Il Natale è la festa di tutti i bambini e bisogna raccontare la storia di Gesù bambino, bisogna insegnare i canti di Natale, bisogna spiegare le origini dell’abete (e del valore della vita) , etc . . . bisogna rispettare le tradizioni proprio in nome della laicità tanto declamata, tanto moderna e aperta a tutto!
Se la scuola è laica, accetta e valorizza ogni cultura, allora anche la nostra deve essere rispettata, valorizzata e vissuta! :) ( e quando si dice “anche” significa che le altre culture sono ben accette e da conoscere!!)
Il rispetto più vero di offre agli altri quando per primi si porta rispetto a se stessi . . . Impariamo a rispettare le nostre tradizioni e la nostra storia e sarà molto più facile essere aperti, accoglienti e interessati verso gli altri! :)
Quindi, vi lascio con le sue parole, che proprio mi sono piaciute:
“La scuola è laica, ma non stupidamente laica, ma intelligentemente laica!”
2 commenti:
Dipende da come lo si intende il Natale e come lo si vuole affrontare con i bambini di altre culture. Che essi imparino a conoscere la nostra cultura è ovvio che sia un bene, imporre giornate intere a parlare di una festa che loro neanche festeggiano è, oltre che scorretto, addirittura noioso oppure imbarazzante per la famiglia.
Me lo immagino già il bambino musulmano tornare dalla famiglia ed esclamare entusiasta che non vede l'ora che sia il 25 dicembre così Gesù bambino gli porta tanti doni!
Ci vuole il giusto equilibrio!
Certo che ci vuole equilibrio! :) E' questo che dico! Non è giusto non parlare\festeggiare il Natale come non è giusto che si stordiscano i bambini... :) Non sarebbe corretto da nessuna delle due parti . . .
Ma laicità è apertura, non chiusura delle nostre tradizioni, perchè ci sono altri! :)
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